Diabete

Diabete mellito

Problema

Il diabete mellito è una malattia cronica in cui i livelli di glucosio nel sangue (glicemia), sono più elevati del normale (iperglicemia).

Ne esistono due tipi principali:
Diabete tipo 1: causato dall’attacco e dalla distruzione da parte del sistema immunitario delle cellule del pancreas che producono l’insulina.

Diabete tipo 2: in cui le cellule del corpo non rispondono in maniera adeguata all’insulina (insulino-resistenza) e, nelle fasi più avanzate, il pancreas non produce abbastanza insulina.
Il diabete tipo 2 è la forma più frequente di diabete, la sua diagnosi spesso è tardiva.

Cause

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Il diabete 2 insorge a causa di fattori ambientali ed ereditari.

Le abitudini alimentari e gli stili di vita della singola persona influenzano pesantemente l’espressione di un fattore ereditario non ancora ben identificato.

Circa il 40% dei diabetici di tipo 2 ha parenti di primo grado (genitori, fratelli) affetti dalla stessa malattia.

I vari fattori all’origine del diabete di tipo 2 (es. obesità, stili alimentari e di vita) causano una minore sensibilità delle cellule del corpo all’insulina (insulino-resistenza) e questo, nel tempo, porta allo sviluppo di diabete tipo 2.

Complicazioni

Le complicanze croniche del diabete

Le complicanze croniche del diabete riguardano diversi organi e tessuti, tra cui gli occhi (retinopatia diabetica), i reni (nefropatia diabetica), il cuore e i vasi sanguigni (malattie cardiovascolari), i nervi periferici (neuropatia diabetica); il piede (piede diabetico), gengive e denti.

In gravidanza il diabete comporta effetti negativi sul feto come malformazioni congenite, peso elevato alla nascita, e aumento di mortalità perinatale.

Nel diabete 2 se la diagnosi è stata tardiva o la malattia non è ben curata le complicanze croniche sono frequenti.

Piede diabetico

Il diabete modifica la struttura dei vasi sanguigni e dei nervi causando problemi a livello degli arti inferiori, soprattutto del piede.

I fattori più coinvolti nello sviluppo del piede diabetico sono la perdita della sensibilità cutanea protettiva (non ci si accorge di piccole lesioni e le si trascura), la ridotta circolazione di sangue a livello della cute, le alterazioni della pelle, eventuali traumi e la pressione di calzature inadeguate.

Il danno peggiora progressivamente sino alla formazione di ulcere che aggravandosi possono portare all'amputazione dell’arto.

Se si riconoscono presto i segni iniziali del danno si può evitare la formazione di ulcere.

Malattie cardiovascolari

Le persone diabetiche hanno un rischio di malattie cardiovascolari da 2 a 4 volte più alto rispetto al resto della popolazione.

Nei Paesi industrializzati oltre il 50% delle morti per diabete sono legate a malattie cardiovascolari.

Il rischio cardiovascolare di un paziente diabetico può essere considerato pari a quello di una persona che ha avuto un evento cardiovascolare (infarto del miocardio).

Parondite

I diabetici sono a rischio di sviluppare la parodontite.

La scarsa igiene orale associata a irregolarità nell’assumere la terapia e a stili di vita e alimentari non adeguati (cattivo controllo del diabete) si associano a gengivite e parodontite.

I sintomi che possono far sospettare una gengivite o una parodontite sono: sanguinamento o infiammazione delle gengive, alitosi (alito cattivo) persistente, denti che si muovono, eccessiva sensibilità al freddo, difficoltà di masticazione.

Una corretta igiene orale riduce il rischio di sviluppare questi problemi.

Prevenzione

Perché è utile la prevenzione del diabete tipo 2?

Non sapere di essere diabetici e quindi non curarsi può portare a gravi conseguenze per la salute.

Fare “prevenzione” nei confronti del diabete di tipo 2 significa riuscire a capire, quando la glicemia è ancora normale, se una persona ha un rischio importante di sviluppare questa malattia, perché ha stili di vita ed abitudini alimentari scorrette.

Identificare presto la presenza di fattori di rischio e intervenire per eliminarli è fondamentale per ridurre al minimo la probabilità di sviluppare diabete tipo 2.

Cosa fare per limitare il rischio di sviluppare il diabete tipo 2?

Un’attività fisica anche di intensità e durata moderata (es. 20-30 minuti al giorno di camminata veloce) e la perdita di peso (circa 10%) riducono in maniera importante il rischio di sviluppare diabete tipo 2.

Fondamentale è il ruolo dell’alimentazione: il rischio di sviluppare diabete tipo 2 “diminuisce” se si preferiscono cibi ricchi di acidi grassi insaturi (es. legumi, noci, pesce, semi, cereali) e vegetali, mentre “aumenta” se si mangiano troppi grassi saturi (quelli di origine animale).

Insomma, lo sviluppo del diabete di tipo 2 è fortemente influenzato dagli stili di vita e dall’alimentazione!

Cos'è il test FINDRISC?

Il test FINDRISC OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) è un questionario che grazie ad alcune semplici domande e la misurazione del peso corporeo e della circonferenza addominale permette di stimare la probabilità che una persona sviluppi diabete di tipo 2 nei dieci anni successivi.

Se dal test emerge un rischio elevato occorre parlarne con il Medico di famiglia che deciderà se sia opportuno richiedere gli accertamenti necessari per capire se c’è già in atto un diabete o ci siano condizioni che indicano un elevato rischio di sviluppare diabete di tipo 2.

Bambini

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Il diabete di tipo 2 è sempre più frequente anche negli adolescenti e nei bambini (dai 10 sino ai 18 anni) a causa della maggiore frequenza dell’obesità infantile.

La malattia si manifesta in genere in un bambino obeso con una forte familiarità per diabete tipo 2, che ha insulino-resistenza.

Questi bambini possono essere ipertesi e tendono ad avere i livelli di grassi nel sangue alterati.

Il diabete tipo 2 dei bambini e degli adolescenti è più difficile da curare perché in questa fascia d’età non funzionano bene le terapie che si usano negli adulti.

Eliminare i fattori di rischio riduce le probabilità di sviluppare diabete mellito di tipo 2.

Informazioni

Sintomi del diabete tipo 2

Spesso le persone ammalate di diabete non percepiscono sintomi fisici evidenti anche quando i livelli di glucosio nel sangue sono molto elevati.

I sintomi tipici di diabete si rendono evidenti, in genere, solo quando il disturbo è in fase avanzata (stanchezza, aumento della sete, bisogno di urinare spesso, perdita di peso non ricercata, malessere, dolori addominali).

Se la diagnosi non viene fatta presto si verificano danni seri a carico di vari organi e tessuti.

La prevenzione (identificazione precoce) permette di evitare o limitare i danni.

Cos'è l'emoglobina glicata (HbA1c)?

L’emoglobina è una proteina dei globuli rossi che trasporta l’ossigeno a tutto l’organismo.

L’emoglobina glicata (HbA1c) è una forma particolare di emoglobina che può legare il glucosio.

Se i globuli rossi contengono troppa emoglobina glicata non riescono ad apportare la giusta quantità di ossigeno agli organi del corpo.

L’emoglobina glicata è utile sia per fare diagnosi iniziale di diabete (HbA1c superiore a 6,5%) sia per valutare l’efficacia della terapia antidiabetica (perché è una stima di come è stata la glicemia nelle ultime settimane).

Cos'è il picco glicemico?

Il picco glicemico è il valore più elevato della concentrazione di glucosio nel sangue (glicemia) dopo un pasto.

In genere si verifica dopo un’ora - un’ora e mezzo dal pasto.

Il picco glicemico è influenzato dalla quantità e dalla qualità degli alimenti che mangiamo e in particolare dal loro indice glicemico.

Quanto più brusco è l’aumento della glicemia dopo un pasto, tanto maggiore è il rilascio di insulina, un ormone prodotto dal pancreas che ha un ruolo importante nel metabolismo degli zuccheri e dei grassi.

Cos'è l'insulino-resistenza?

La “Insulino-resistenza”, cioè la scarsa sensibilità delle cellule del corpo all’insulina è una condizione in cui i tessuti del corpo (es. fegato, muscoli) non rispondono in maniera corretta a questo ormone e il glucosio non può entrare nelle cellule.

Per qualche tempo il pancreas compensa producendo una maggiore quantità di insulina ma a lungo andare la glicemia sale a valori sempre più elevati. 

Questo causa diabete tipo 2, problemi al cuore e alle arterie e peggiora l’obesità preesistente.

Cos'è la sindrome metabolica?

Il nome “sindrome metabolica” indica un gruppo di condizioni (fattori di rischio) che se sono presenti tutte assieme in una persona aumentano il rischio di malattia delle arterie coronarie, infarto e diabete di tipo 2.

Si tratta di: presenza di eccessivo grasso viscerale, cioè quello contenuto nell’addome (il più importante fattore di rischio) associato ad “almeno due” tra questi altri 4 fattori: aumento della pressione arteriosa, livelli aumentati di trigliceridi, livelli bassi di colesterolo HDL (quello “buono”), glicemia alterata o diagnosi già fatta di diabete.

Avere uno solo di questi fattori non significa avere la sindrome metabolica, ma ognuna di queste condizioni anche da sola è un rischio per la salute.

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