Inquinamento atmosferico: gli effetti sulla nostra salute - Apoteca Natura

Inquinamento atmosferico: gli effetti sulla nostra salute

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Sono anni ormai che gli studi epidemiologici hanno dimostrato il rapporto causale tra inquinamento dell’aria ed effetti negativi sulla salute. L’inquinamento è la causa principale dei cambiamenti climatici, e questi a loro volta possono peggiorare le condizioni atmosferiche favorendo il ristagno degli inquinanti. Mancanza di pioggia e vento, come pure eventi opposti ed estremi, sono ormai quasi la norma e saranno sempre più frequenti se non interverremo con misure correttive. 

La situazione è chiara, ma le risposte non adeguate alla gravità dei fatti e ai rischi connessi. 

Le cause dell’inquinamento atmosferico 

I fattori di pressione all’origine delle emissioni in atmosfera si sono modificati negli anni, soprattutto in rapporto ai consumi energetici; il principale determinante degli inquinanti atmosferici e dei gas serra è l’uso di energia, in particolare quella proviene da fonti fossili (petrolio, gas naturale, carbone). 

Il trasporto stradale è la principale fonte di emissione di NOx e la seconda fonte di emissione delle polveri fini (PM10 e PM2,5). La prima fonte emissiva del PM10 è rappresentata invece dal settore residenziale incluso il terziario. 

In Italia, oltre ai trasporti, è il settore edilizio a distinguersi per il significativo consumo energetico e un quantitativo di emissioni che una delle principali fonti di CO2 nazionali (oltre che un generatore di rifiuti pari a  1/4 del totale prodotto nel Paese).

L’esposizione alle fonti emissive 

Vivere in prossimità di una fonte di inquinamento determina maggiori rischi per le persone. Chi per esempio si trova in un raggio di 50-100 metri da una strada ad alta densità di veicoli, subisce un’esposizione molto più elevata agli inquinanti generati dal traffico. Non a caso numerosi studi hanno evidenziato importanti effetti sulla salute proprio in prossimità di queste aree. 

Ecco perché scuole, asili, strutture sportive – come d’altronde le stesse abitazioni – non dovrebbero essere costruiti in vicinanza delle principali arterie cittadine, di impianti industriali, impianti a biomasse e qualsiasi altra fonte emissiva rilevante.

Emissioni e cambiamento climatico

L’inquinamento atmosferico influisce sul clima direttamente e indirettamente, sia a livello globale che locale. Gran parte delle emissioni di gas serra sono legate alle emissioni di inquinanti atmosferici dovuti, il più delle volte, all’impiego di combustibili fossili nella produzione energetica, industriale e nei trasporti. Da tale utilizzo deriva:

  • il particolato da una parte è il principale gas serra e dall’altra, sotto forma di nubi, accresce l’albedo diminuendo l’energia radiante che viene assorbita;
  • l’ozono troposferico, come tutti i gas serra, è relativamente trasparente alla radiazione solare in entrata sulla Terra, ma riesce a trattenere in modo consistente la radiazione infrarossa emessa dalla superficie terrestre, dall’atmosfera e dalle nuvole;
  • il metano, emesso in particolare in agricoltura e nei settori dell’energia e della gestione dei rifiuti, è un gas serra incluso nel protocollo di Kyoto e contribuisce alla formazione dell’ozono troposferico.

I cambiamenti climatici, a loro volta, influiscono nei processi di dispersione, trasformazione e formazione degli inquinanti dell’aria, modificando il regime dei venti, della temperatura, delle precipitazioni, della turbolenza, dell’altezza di rimescolamento e della radiazione solare.

Attualmente la concentrazione di CO2 nell’atmosfera supera del 40% il livello registrato agli inizi dell’era industriale. L’oceano ha assorbito circa il 30% dell’anidride carbonica emessa, con conseguente acidificazione di mari.

Gli effetti sulla salute

Secondo l’OMS e l’ERS (European Respiratory Society) è ormai acclarato il collegamento causale tra l’esposizione all’inquinamento dell’aria e i seguenti effetti nei bambini:

  • mortalità infantile e SIDS (morti in culla);
  • riduzione della funzionalità polmonare;
  • maggior rischio di sviluppare malattie respiratorie (asma, infezioni delle vie aeree, etc);
  • maggior suscettibilità ai danni dell’invecchiamento;
  • maggior suscettibilità ai danni dovuti al fumo;
  • sensibilizzazione allergica.

L’inquinamento atmosferico è un cancerogeno certo: l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) lo ha classificato nella classe 1. È stata anche descritta una relazione diretta tra esposizione al traffico e tumori dei bambini (tra cui la leucemia).

Un’idea dell’entità del problema può derivare dalla lettura del report sulla qualità dell’aria in Europa da cui si evince che già nel 2012, in Italia, la mortalità prematura attribuibile a PM2.5, O3 ed NO2 ha segnato quota 84.400 casi, senza considerare gli effetti di tutti gli altri inquinanti.

Le politiche di gestione dell’aria 

Anche se la nuova normativa (direttiva 2008/50/CE) rappresenta un passo in avanti verso la riduzione dell’inquinamento atmosferico in Europa – si tratta della prima direttiva che include limiti di concentrazione ambientale del PM2,5 – importanti scienziati specializzati in salute ambientale hanno sottolineato che l’attuale evidenza scientifica richiede standard molto più rigorosi: “Il nuovo limite imposto per il PM2,5 non è in grado di proteggere la salute pubblica”

Le politiche di gestione dell’aria sono quindi fondamentali. Basti pensare che a una riduzione di 10 microg/m3 della concentrazione ambientale di PM2,5 corrisponde un aumento dell’aspettativa di vita che varia, a seconda degli studi, da 7 mesi a più di un anno.

È necessario che gli amministratori adottino tutte le misure possibili per ridurre la concentrazione delle polveri sottili e dell’inquinamento in generale in maniera stabile. Molti Comuni italiani stanno già conseguendo ottimi risultati attraverso la realizzazione di percorsi pedonali casa-scuola e di piste ciclabili, l’adozione di regolamenti correttivi e migliorativi per l’edilizia bio-ecosostenibile, i finanziamenti all’agricoltura biologica, la limitazione all’uso di fitofarmaci.

Tutti noi possiamo fare qualcosa

Di fronte a un degrado dei sistemi ecologici della Natura mai visto prima nella storia dell’umanità c’è bisogno di un ulteriore impegno da parte di tutti per evitare di ipotecare la salute delle generazioni future in favore di meri vantaggi economici e di sviluppo nel presente.

Nel breve-medio periodo, per esempio, l’efficienza e il risparmio energetico costituiscono una scelta inderogabile, così come grandi misure correttive e migliorative dei settori dell’edilizia e dei trasporti. E poi, ancora, diviene necessario l’incremento del verde pubblico e privato, specialmente nelle grandi metropoli.

Anche noi “semplici” cittadini possiamo fare la differenza, mettendo in atto comportamenti consapevoli e scelte nella vita di tutti i giorni con cui è possibile ridurre l’inquinamento atmosferico. Piccoli, grandi accorgimenti che tutelano l’ambiente e la nostra salute. 

Buone pratiche quotidiane

  • Utilizzare il meno possibile l’automobile, muoversi di più a piedi e in bicicletta. Limitare i viaggi aerei solo alle grandi distanze, privilegiare l’uso del treno e dei mezzi di trasporto collettivi.
  • Produrre meno rifiuti (il loro smaltimento dà un contributo rilevante all’inquinamento atmosferico).
  • Comprare oggetti d’uso durevoli e quando non servono più scambiarli o regalarli ad altri invece di buttarli.
  • Non comprare prodotti con eccessivi imballaggi, abolire l’uso della plastica “usa e getta” e ridurne l’uso il più possibile. 
  • Bere quanto più possibile acqua del rubinetto (è più controllata e consente una drastica riduzione del consumo della plastica delle bottiglie, che rilascia composti pericolosi).
  • Utilizzare detersivi e cosmetici naturali.
  • Mangiare prodotti di stagione, biologici e locali (poca carne, specialmente d’allevamento).

Gestione consapevole della casa

  • Differenziare bene i rifiuti.
  • Utilizzare fonti energetiche rinnovabili. 
  • Tenere una temperatura del riscaldamento domestico non eccessivamente alta. Non ricorrere ai condizionatori estivi finché possibile.
  • In caso di ristrutturazione della propria abitazione adottare sistemi d’isolamento termico per l’edificio e installare infissi isolanti.
  • Evitare di bruciare biomasse o altri materiali. In caso di necessità utilizzare solo impianti tecnologicamente avanzati e ad alta efficienza.
  • Preparare in casa i detersivi con prodotti naturali come l’aceto, l’olio, il sale (si trovano ottime ricette sul web).
  • Non utilizzare sostanze chimiche di sintesi nel giardino o nell’orto (si può fertilizzare il terreno con prodotti naturali o producendo il compost con i rifiuti organici).
  • Se possibile, aumentare il verde (siepi, pareti e tetti verdi, giardini, etc) intorno alla propria abitazione.

Articolo a cura di:

Dott.ssa Maria Grazia Petronio, dirigente Medico in igiene pubblica, ISDE Italia.

Dott. Bartolomeo Terzano, membro giunta esecutiva ISDE Italia e presidente ISDE Molise .

Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia

Fonti consultate:

  • IPCC CLIMATE CHANGE 2013. The Physical Science Basis.Contributo del Gruppo di Lavoro al Quinto Rapporto di Valutazione dell’Intergovernmental Panel on Climate Change 
  • Forni A e Petronio MG (a cura di). L’inquinamento atmosferico atti delle 7e Giornate italiane mediche dell’ambiente. Arezzo 18-19, ottobre 2013. ENEA, Roma, 2014
  • Mc Creanor J et al. Respiratory Effects of Exposure to Diesel Traffic in Persons with Asthma. N Engl J Med 2007
  • Cirillo M.C. Clima e qualità dell’aria: le interconnessioni. Gazzetta Ambiente  n.5, 2010
  • ERS European Respiratory Society Qualità dell’aria e Salute, 2010
  • Amigou A, Sermage-Faure C, Orsi L et al. Road traffic and childhood leukaemia: the ESCALE study (SFCE). Environ Health Perspect 2011
  • Knox E G  Childhood cancers and atmospheric carcinogens J. Epidemiol. Community Health 2005
  • Knox E G  Roads, railways, and childhood cancers J. Epidemiol. Community Health 2006
  • Lagorio S, Forestiere F, Lipsett M, Manichini E Inquinamento atmosferico da traffico e rischio di tumori Ann.Ist. Super. Sanità, vol.36, n.3 (2000)
  • Air quality in Europe – 2015 EEA Report No 5/2015

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