Il mondo di domani. La natura nell’età dell’estinzione - Apoteca Natura

Il mondo di domani. La natura nell’età dell’estinzione

Aboca Edizioni / Ambiente

È ormai un luogo comune affermare che l’uomo ha avuto un impatto devastante sulla natura del pianeta. Ha alterato il clima, acidificato gli oceani (l’incremento di anidride carbonica nell’atmosfera, oltre a far aumentare le temperature, rende le acque sempre più acide perché gli oceani assorbono fra 1/3 e 1/4 di tutta l’anidride carbonica rilasciata ogni anno nell’atmosfera), avviato quella che probabilmente sarà la sesta estinzione di massa. Eppure c’è anche chi in questo scenario catastrofico riesce a scorgere qualcosa di buono. È l’ecologo e biologo evoluzionista inglese Christian David Thomas, che nel suo ultimo libro Il mondo di domani, pubblicato in Italia da Aboca Edizioni, si distanzia in maniera provocatoria da una visione esclusivamente negativa della realtà, accompagnandoci in un sorprendente viaggio alla scoperta delle creature che hanno saputo sfruttare al meglio le nuove condizioni di vita.

Dalla farfalla virgola ai sialia (i caratteristici uccellini azzurri), dai bisonti ibridi al pukako neozelandese: sono molte le specie viventi che stanno reagendo e traendo beneficio dalla presenza dell’uomo, stimolando la biodiversità e aumentando persino la velocità evolutiva (che, a detta dello scienziato, non ha mai raggiunto livelli di crescita così alti nella storia della Terra). Ciò anche a causa di un ecosistema, quello contemporaneo, in cui il continuo trasporto di piante, animali e persone ha causato delle vere e proprie collisioni biologiche. Non è un caso, infatti, che ormai si possano incontrare negli Stati Uniti e nei prati della Gran Bretagna alcune farfalle che, come i grilli australiani che ora vivono alle Isole Hawaii, stanno attivando nuove modalità di sviluppo per sopravvivere nel mondo alterato dall’uomo.

L’invito di Thomas è dunque quello di liberarci dalle catene di una visione carica di pessimismo e di smarrimento. Ma per farlo, è necessario ribaltare il proprio punto di vista, riconsiderando il rapporto dell’uomo con la natura.

La copertina de “Il mondo di domani“, il libro di Chris D. Thomas pubblicato da Aboca Edizioni.

Il mito della separazione

«Se la natura fosse stata comoda, l’uomo non avrebbe mai inventato l’architettura» (Oscar Wilde)

Oscar Wilde era orgoglioso di essere il più anticonvenzionale possibile, ma quando ha liquidato la natura come «un luogo dove gli uccelli volano non cotti», si è limitato solo a esprimere l’opinione prevalente del XIX secolo

Questo mito della separazione persiste ancora oggi. Per esempio la lingua inglese impone di riferirsi a un “chi” quando si parla di un essere umano, ma a un “quale” o a un “quello” quando si parla di animali e piante, come se fossero pietre.

I programmi di avventura e i documentari sulla fauna selvatica servono spesso una dieta a base di natura idealizzata e separata. La stessa tutela della natura è comunemente rappresentata come un’attività in cui l’uomo fa “cose buone” per essa, mentre altri hanno una visione più utilitaristica che rappresenta la natura come qualcosa “di esterno” a beneficio dell’uomo.

Per Thomas l’impatto umano non può essere considerato un fattore esterno di cambiamento: è invece parte integrante del sistema.

«La scrittura scientifica e giornalistica parla ormai di storia naturale della Terra addirittura come fosse diventata storia innaturale. Eppure sappiamo per certo che la specie umana si é evoluta naturalmente, quindi gli esseri umani devono essere naturali per forza. Noi siamo parte della natura. Accettare questo, la prospettiva che “l’uomo rende la natura meno naturale” equivale a dire che “la natura rende la natura meno naturale”. E ciò non ha alcun senso».

Ieri

Per dimostrare la sua tesi, lo scienziato britannico procede a una trattazione affascinante e ricca di esempi che pescano a piene mani dal corso del tempo. «Prendiamo in considerazione il passato», scrive. La catastrofe che ha colpito il T-Rex e gli altri enormi dinosauri è stata insolita, in quanto ha avuto origine nello spazio, mentre la maggior parte delle altre estinzioni di massa nella storia della Terra sembrano essere state causate da cambiamenti naturali interni al sistema terrestre stesso, alcuni geologici e altri biologici. Le fuoriuscite di lava, i cambiamenti climatici che alterano la posizione dei continenti e l’esaurimento dell’ossigeno negli oceani hanno provocato estinzioni quando questi eventi geologici cataclismatici hanno creato condizioni che superavano il limite di tolleranza della maggior parte delle specie allora in vita.

Altri episodi di estinzione si sono verificati quando si sono evoluti tipi completamente nuovi di esseri viventi. L’evoluzione, oltre 2 miliardi di anni fa, dei cianobatteri in grado di intrappolare l’energia del sole, ha generato cosi tanto ossigeno libero (un prodotto di scarto della reazione chimica) da rendere l’atmosfera e gli oceani tossici per la maggior parte degli abitanti della Terra presenti all’epoca. Quell’evento biologico, però, ha aperto nuove opportunità evolutive per forme di vita multicellulari che sviluppano un metabolismo basato sull’ossigeno. 

Grilli, granchi, seppie, merluzzi, caimani, corvi e ghepardi non sarebbero mai esistiti se non fosse stato per l’ossigeno.

Oggi

Allo stesso modo, il rapido aumento del tasso di estinzione di oggi è nuovamente trainato da un evento evolutivo senza precedenti che si verifica all’interno del sistema Terra: l’ascesa di un primate (ordine di mammiferi a cui appartengono l’uomo, le scimmie e le proscimmie) insolitamente intelligente e linguisticamente capace chiamato uomo

Il biologo non nega dunque il cambiamento ecologico. E anzi racconta di come gli esseri umani abbiano colonizzato il pianeta, creando habitat a loro congeniali, consumando le risorse come nessun’altra specie e causando la scomparsa di molte altre. Gli uomini, secondo Thomas, hanno dato vita a una autentica “Nuova Pangea” (Pangea è il termine coniato nel 1915 dal geologo Alfred Wegener per identificare la grande massa continentale che alla fine del Paleozoico, circa 250 milioni di anni fa, si estendeva sulla superficie terrestre, circondata da un unico grande oceano denominato Pantalassa) che, in un mondo globalizzato, ha modificato gli ambienti e azzerato completamente le distanze.

Nell’era dell’Antropocene (era geologica attuale in cui l’uomo e le sue attività sono le principali cause delle modifiche ambientali e climatiche), dunque, è certamente lecito piangere le perdite e sostenere che i processi biologici e fisici della Terra portino la firma indelebile dell’umanità. 

Ma è anche doveroso osservare come, talvolta, queste trasformazioni siano andate a vantaggio di altri “viventi”. Straordinari, in questo senso, sono i racconti riguardanti i casi dell’uccellino azzurro orientale e del pukeko neozelandese: grandissimi esempi di capacità evolutiva e biodiversità, nonostante la loro migrazione continua.

Il pukeko è un uccello lungo circa mezzo metro presente in Australia e Nuova Zelanda.

Perché la storia della vita è da sempre una storia di diversificazione e rinnovamento. E allora quali specie abiteranno la Terra in futuro? E l’attività umana sarà solo una minaccia o sul lungo periodo porterà anche vantaggi? Per Thomas, ovviamente, sarà il processo di selezione naturale a darci la risposta. Anche se, a 160 anni da L’origine delle specie” di Charles Darwin, l’ecologo non manca di formulare anche qualche ipotesi suggestiva su ciò potremmo aspettarci.

«C’è la possibilità che forse, tra centinaia di secoli, si formino e si diffondano in tutto il mondo molte specie umane diverse, proprio come è accaduto con la popolazione di un antico Homo che si è evoluta in una distinta specie nana sull’isola indonesiana di Flores, dove è sopravvissuta fino al suo sterminio (forse ad opera dell’Homo sapiens) circa cinquantamila anni fa».

L’autore

Chris D. Thomas è un biologo evoluzionista ed ecologo di fama internazionale. Insegna presso l’Università di York ed è Fellow della Royal Society. Ha ricevuto numerosi e importanti riconoscimenti per il suo lavoro scientifico. “Il mondo di domani” è il suo primo saggio pubblicato in italiano.

Chris D. Thomas, autore de “Il mondo di domani“, pubblicato da Aboca Edizioni.


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