Basta plastica! “Soluzioni in due minuti” per fare davvero la differenza - Apoteca Natura

Basta plastica! “Soluzioni in due minuti” per fare davvero la differenza

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Quando fu inventata più di un secolo fa, la plastica venne presentata al mondo come il materiale delle meraviglie.

In effetti negli anni ha risolto moltissimi problemi, rivoluzionando un’infinità di gesti e di abitudini quotidiane e contribuendo a creare lo “stile moderno”. Di questo stile, però, ne ha fatto le spese l’ambiente. Sapete che una busta del supermercato impiega tra i 100 e i 1000 anni per decomporsi? O che una bottiglietta per l’acqua non riesce mai a farlo completamente?

Pratica, economica, estremamente resistente: la plastica è il prodotto sintetico a più lunga conservazione fra tutti. Se non smaltita correttamente, si accumula come scarto praticamente indistruttibile. In questi anni di crescente utilizzo, solo il 10% della plastica prodotta è stato riciclato. Il resto si è disperso, alterando l’equilibrio di interi ecosistemi.

Basti pensare che nel 2050 si stima che negli oceani ci sarà più plastica che pesci. O che il solo Mar Mediterraneo è invaso ogni anno da almeno 570 mila tonnellate di plastica, l’equivalente di 33.800 bottigliette gettate in acqua ogni minuto. Un disastro naturale di cui sono vittime oltre 700 specie animali, tra le quali pesci, tartarughe, uccelli, balene e delfini.

La plastica ha effetti negativi anche sulla nostra salute. Le microplastiche ingerite dalla fauna marina possono risalire la catena alimentare fino a noi esseri umani. Inoltre piccolissime particelle di plastica sono contenute in diversi cosmetici e prodotti per l’igiene personale e vengono quotidianamente in contatto con il nostro corpo.

È vitale, dunque, risolvere il problema all’origine, riducendo al minimo il consumo di plastica. Ma come fare?

Molti spunti pratici ce li offre lo scrittore ed ecologista Martin Dorey nel libro “Basta plastica”, pubblicato in Italia da Aboca Edizioni. L’attivista britannico, fondatore del Beach Clean Network, è convinto che si debba «riciclare quanto più possibile», ma sostiene anche che «l’unico modo per essere certi della destinazione finale della plastica è cercare di farne a meno».

Nel suo interessante volume propone quindi una serie di facili accorgimenti, da lui ribattezzati soluzioni in 2 minuti, che possono essere messi in atto a casa e al lavoro, con i figli o fuori con gli amici, per diventare parte attiva di un cambiamento che deve avvenire immediatamente.

La copertina di Basta plastica, il libro di Martin Dorey pubblicato da Aboca Edizioni.

Riciclare è la soluzione?

La plastica è composta da vari polimeri – cioè sostanze organiche costituite da molecole di grande dimensione – caratterizzati da una grande capacità di resistenza alle sollecitazioni e di resilienza. Ecco perché si parla spesso della sua indistruttibilità, e perché è fondamentale smaltire correttamente i rifiuti plastici che produciamo.

Alcuni prodotti, per esempio le penne a sfera o le confezioni in Tetra Pak, contengono più materiali e spesso è difficile separarli. Altri, come le bottiglie con le etichette di plastica, non vengono riconosciuti dalle macchine per lo smistamento dei rifiuti e finiscono dritti nelle discariche. Senza contare che alcuni materiali ecologici non possono essere riciclati seguendo il normale ciclo di smaltimento e a volte “contaminano” l’intero lotto in cui si trovano, condannandolo alla discarica.

«È un campo minato» commenta Martin Dorey. Che spiega: «Purtroppo neppure mettere le bottiglie di plastica nel contenitore della raccolta differenziata garantisce che saranno effettivamente riciclate. Potrebbero essere utilizzate per creare energia (dunque bruciate in un inceneritore) o potrebbero finire in un lotto “contaminato”. O, ancora, potrebbero essere spedite in un altro Paese per essere riciclate, e lì potrebbero finire in una discarica».

Cosa fare subito

Per contrastare questa catastrofe, entro il 2021 entrerà in vigore la Direttiva Europea sulla Plastica Monouso, che vieterà la produzione di numerosi oggetti come posate, cannucce e piatti. Una misura utile, ma non risolutoria. Basta entrare in un supermercato infatti per rendersi conto di quanta plastica inutile venga impiegata per confezionare alimenti, bevande, prodotti per l’igiene. Ne abbiamo davvero bisogno?

Probabilmente no. Ecco allora qualcuna delle “soluzioni in due minuti” raccolte  da Martin Dorey per invertire subito la rotta e inquinare meno. Cinque piccole misure, fra le molte altre individuate dallo scrittore, che unite a un po’ di sensibilità e di consapevolezza, possono davvero fare la differenza.

1. Sostituiamo definitivamente l’usa e getta. Prediligiamo oggetti di uso domestico realizzati in materiali ecologici: mollette in legno per stendere i panni, spazzolini in bambù o con testina sostituibile, contenitori e bicchieri in vetro.

2. Beviamo l’acqua del rubinetto al posto di quella imbottigliata. In caso di dubbi sulla sua composizione, esistono apparecchi specifici a costi contenuti per eliminare i residui grossolani e il cloro.  In ufficio o in viaggio utilizziamo per bere una borraccia.

3. Facciamo la spesa con borse di tessuto. Preferiamo sempre cibi freschi e di stagione ed evitiamo di acquistare prodotti in vaschette di polistirolo e pvc. Scegliamo prodotti alimentari impacchettati in carta, cartone o bioplastica compostabile come il Mater-Bi.

4. Controlliamo sempre le etichette. Molti tessuti sintetici, saponi, dentifrici e gel contengono microplastiche, indicate come polyethylene, polypropylene o polyvinylchloride.

5. Differenziamo i rifiuti e non lasciamo scarti né fuori dai cassonetti né in parchi, pinete, spiagge: durante l’estate la plastica in mare aumenta anche del 40%.

L’autore

Martin Dorey, ecologista e attivista, ha fondato il movimento #2minutebeachclean per ripulire le spiagge dalla plastica. Vive sulle coste della Cornovaglia.

Martin Dorey, autore di Basta plastica, pubblicato da Aboca Edizioni.

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